scritti recensioni

Enrico Grossi quello che scrivo

Clararell….racconto nel giorno della Memoria

Domenica 22 Marzo 1959
Ada Martini, alle otto del mattino, si recò al negozio, all’angolo del ghetto Ebraico, dell’amica Clara Besso. Suonò ripetutamente il campanello. Insospettita, segnalò il fatto ai carabinieri. Alla stazione locale, la chiamata arrivò alle nove del mattino di quella domenica delle Palme, passata al Capitano Giulio Piazzesi. Era stata una settimana impegnativa per l’arma, con la visita del ministro Tambroni a Mantova. Piazzesi si recò subito sul posto. Davanti c’era una piccola folla. Tra cui Ada Martini
“ E stata lei signora a telefonarci?”
“ Si, con Clara ci siamo lasciate ieri, per darci appuntamento per l’apertura straordinaria. Mi sono recata al suo negozio, non rispondeva al campanello, mi sono decisa a chiamarvi ”
Piazzesi s’ avvicinò alla vetrata, guardò oltre, vide un cadavere di donna steso sul pavimento accanto al cavallo a dondolo.
“ Gianoli, da oggi questo negozio è presidiato”
“ Agli ordini” l’appuntato si diresse verso la Giulietta scura parcheggiata accanto al marciapiede. Allungò la mano verso il microfono della radio mobile, lo portò alla bocca, comunicò il tutto alla centrale.
I fabbri lavorarono una buona mezzora. Immerso in una pozza di sangue, accanto al bancone stava disteso il copro senza vita di Clara, il volto sfigurato, da una sequela di colpi vibrati con forza, da farle saltare un dente provocandole diverse ferite al capo, il vestito blu, insanguinato, la moquette maculata di plasma rappreso, una scia portava alla finestra sul retro aperta, da li l’assassino s’era dileguato, nel disordine di oggetti rovesciati, cassetti svuotati. La mano sinistra della vittima indicava il pianoforte, la sedia capovolta, lo spartito a terra, prospiciente al cadavere, un tavolino di legno con sopra un tabernacolo, sulle imposte di esso l’immagine della Menorah, l’interno vuoto. Piazzesi raccolse lo spartito nel lesse il titolo : di Robert Shumann Bunte Blätter, op. 99 no 4. il nome di Robert Shumann gli era familiare, per i dischi di sua sorella Lidia ascoltava.
Oltre la porta comparve il Dott Giorgio Barzillo medico legale.
“ Buon giorno Capitano Piazzesi”
“Buon giorno Dottore.”
“ Quando l’avete trovata?”
“ Su una segnalazione di un’amica, stamattina.”
“ L’assassino non si è risparmiato, botte al volto continue con forza una di queste è stata fatale ”
“ Può risalire all’ora della morte?”
“ Devo fare un esame più specifico, posso far rimuovere il cadavere?”
“ Si, la scientifica ha già fatto i rilevamenti del caso”
I due soccorritori adagiarono il cadavere della signora sulla barella avviandosi verso l’uscita. Piazzesi fece un ultimo giro, notò che nel negozio c’era un sistema d’allarme POPE, non aveva sortito gli effetti sperati. S’avvicinò al tavolino della campana, il tutto era collegato alla presa di corrente dall’interruttore generale.
Due uomini a bordo di una moto Gilera rossa, si presentarono davanti al negozio, portavano casco, occhiali, giubbotti di pelle neri, il secondo aveva una custodia a tracolla. Il Primo si tolse il casco.
“ Buongiorno Capitano mi chiamo Silvio Protti” Estrasse un tesserino “ Sono della Gazzetta, mi hanno inviato per fare un servizio.” Si girò verso l’altro, che stava scoprendo la ISO Report
“ Lui è Roberto Salsi, fotografo ufficiale del giornale”
“ Buongiorno, ho poco da dirvi, abbiamo trovato la signora riversa sul pavimento del negozio, Stiamo facendo accertamenti”
Nel frattempo Salsi aveva iniziato a scattare foto, all’esterno.
“ Possiamo fare qualche foto all’interno del negozio?”
“ Si ma state sulla soglia, Gianoli” l’appuntato si presentò.
“ Comandi capitano”
“ Falli entrare per delle foto …”

Lunedì 23 Marzo 1959
Una pioggerella cadeva contro i vetri dell’ufficio di Piazzesi. In prima pagina del giornale locale la foto del cadavere riverso sul pavimento, un titolo “ Morte nel Ghetto ebraico di Sabbioneta” a firma di Silvio Protti , servizio a pagina 12. Sul tavolo un rapporto di una denuncia, di qualche tempo prima. Veniva dall’archivio. “11/03/1959: La signora Clara Besso titolare del negozio di antiquariato in via…Nella giornata odierna denuncia la visita di un rapinatore solitario armato di coltello intrufolatosi nel negozio, facendo scattare l’allarme. Entrato nello stabile dal vicolo sul retro, usando la finestra, sull’adiacente cortile. Una volta individuato dopo un breve battibecco, l’individuo volto scoperto, si è dato alla fuga portando con se alcuni oggetti intascati precedentemente. La signora sostiene di non aver mai visto quell’uomo prima di allora, aveva un folta barba grigia, cappello sugli occhi e voce roca. Non ne riconosce il volto nelle foto segnaletiche, la signora Besso denuncia che il ladro l’ ha minacciata di tornare. Stazione dei Carabinieri di Sabbioneta”. Ritornò a leggere l’articolo di Protti “...nella mattina di domenica è stato rinvenuto il cadavere di Clara Besso 36 anni all’interno del suo negozio , in un lago di sangue, il volto sfigurato da una serie di colpi. La Besso è insegnante di pianoforte, concertista, è proprietaria di una bottega d’antiquariato, in centro a Sabbioneta, con annesso appartamento al piano di sopra, collegato da una scala interna, nel centro del paese, via B Campi al 12 a pochi passi dalla sinagoga. La Besso è di religione Ebraica, ha trascorso dall’aprile 1944 al maggio 45, da internata nel campo di concentramento a Dachau. Deportata, con il padre e la madre. La mattina del 5 aprile 1944 dalla stazione di Mantova , è partita alla volta di Auschwitz, a bordo del convoglio numero 09 proveniente da Fossoli. Vennero aggiunti, quella mattina, 42 ebrei rastrellati a Mantova e provincia, tra cui la famiglia Besso di Sabbioneta. La destinazione finale, il centro di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Clara per sua fortuna fu separata, dai genitori, in una stazione intermedia, non finì in Polonia, ma a Dachau a suonare la pianola ,nelle cosi dette orchestrine della morte. Tornata ha sposato Franco Buzzi di Mantova, deceduto alcuni anni dopo la guerra per un tumore alle ossa, avvocato, da cui ha un figlia, nata un anno dopo la fine del conflitto. Il negozio di Clara, con la vetrina sulla via che porta alla Sinagoga, assomiglia ad un Bazar, grande banco centrale scaffali contro parete, un ripostiglio senza finestre,una serie di oggetti insoliti. Il tutto condito con un tocco di eccentricità: all’entrata prima del banco si trova un cavallo di legno a grandezza naturale, poi libri, quadri, specchi dalle decorazioni policrome, statuette in cristallo e alabastro, bastoni da passeggio, cofanetti, stampe. Su tutto la Menorah in alabastro, custodito in un tabernacolo, su un tavolino accanto al pianoforte, l’oggetto che la signora mostrava con orgoglio ai clienti è sparito, forse rubato dal ladro e si presume autore del delitto. L’antifurto POPE, non è entrato in funzione, s’indaga in tutte le direzioni .”
In quel momento entrò l’appuntato Livio Gianoli, con una cartellina.
“ Buongiorno Capitano, ho il rapporto del medico legale con risultato dell’autopsia sul cadavere della signora Besso” Appoggiò la cartellina sulla scrivania piazzandosi alla macchina da scrivere Olivetti.
“ Finalmente” replicò Piazzesi “ sapremo qualcosa di più”
Tolse il foglio dalla cartellina
La morte è avvenuta per una la botta alla testa, causata da un corpo contundente, determinando una emorragia interna, rilevati segni di lotta, sul corpo della vittima, sotto le unghie brandelli di vestiti e pelle. Nella colluttazione con l’aggressore, la vittima ha subito molteplici colpi al volto, provocando la rottura di alcuni denti, nei pori della pelle del volto, sono state rilevate scaglie d’alabastro, l’ora della morte risale tra le 21,00 e le 1,00 della notte di sabato.
“ Gianoli”alzò lo sguardo dal foglio.
“ Comandi”
“E’ stato stilato un elenco di tutte le persone che hanno visto o frequentato la signora negli ultimi tempi?”
“ Dovrebbe arrivare a momenti” In quel momento qualcuno bussò .
Gianoli aprì, un collega gli allungò un foglio .
“ Comandante è l’elenco che aspettava” Piazzesi guardò lo stampato lasciandosi scappare un ghigno “ Avremo di che lavorare.” pensò Nel giro di due giorni il giudice avrebbe dato il nulla osta alla sepoltura di Clara Besso, con il rito ebraico al cimitero di Mantova
La prima a comparire fu Ada Martini. La signora si presentò in nero con cappellino blu. Si sedette con aria disinvolta. Gianoli stava alla Olivetti, un raggio di sole penetrò nell’ufficio.
“ Buongiorno Signora Martini” attaccò Piazzesi
“ Lei è stata l’ultima persona a vedere viva Clara Besso?”
“ Si il giorno prima, per il solito caffè”
“Di cosa avete parlato?”
“Del pranzo dai suoceri a Pasqua con la figlia Linda”
“Ha notato qualcosa di strano nel suo comportamento?”
“ Niente che mi preoccupasse”
“ Le ha parlato, a suo tempo, del tentativo di furto sventato ?”
“ Aveva messo in fuga il ladro, rideva delle sue minacce”
“ Clara Besso si vedeva con un amico pianista? L’ha conosciuto?”
“ Aldo Mortari di Mantova, persona gentile, suonavano assieme, due pomeriggi la settimana, si udivano le note nel porticato, non andavano mai oltre l’ora di apertura del pomeriggio”
“ Il vostro rapporto era anche di lavoro?”
“ Da quando ho aperto il mio negozio, Clara nel cambio di stagione, mi aiutava prestandomi oggetti per allestire le vetrine.”
“ Grazie signora per ora è tutto”
“ E stato un grosso shock.”
“ Comprendo, le devo chiedere di tenersi a disposizione”
“ Senz’altro, buongiorno Capitano Piazzaesi”
Uscita la signora Piazzesi si rivolse all’appuntato.
“ Gianoli preparami due convocazioni, una per Aldo Mortari il pianista e Linda Buzzi è minorenne falla accompagnare dai suoceri, “
“ Tra un’ora sono pronte”
“ Vado a fare un’ispezione in borghese al negozio”
Parcheggiò l’auto nel piazzale antistante al negozio, erano le dieci, ci voleva un caffè . Si avvio al bar all’angolo della via. Il locale era arredato in modo tradizionale. Bancone ovale , appesa alla parete una lunga specchiera, scaffali ripieni di bottiglie. Di fronte, una serie di tavoli quadrati. Le finestre davano sul vialetto del negozio di Clara Besso. Piazzesi s’avvicinò al bancone. Gli si fece incontro la barista, dal grembiule blu capelli raccolti, occhiali con montatura in argento.
“ Buongiorno mi fa un caffè?”
“ E con questo sono quattro” si girò, scorse il volto sorridente di uno di due giocatori impegnati in una briscola, portava un cappello nero, il volto scavato dalle rughe, occhiali d’osso, la barba copriva parte del mento,vestiva un giubbotto di fustagno marrone e pantaloni in velluto.
“ Hai più c…che anima” rispose l’altro, dal viso magro scavato ,pochi capelli sopra le orecchie, corporatura smilza nel suo gessato grigio.
“ Basta adesso devo andare” sentenziò
“ Hai letto sul giornale, non hanno ancora trovato nulla sulla morte della pianista antiquaria.” disse l’uomo dal cappello.
“Gli ebrei hanno strani giri, pieni di soldi usurai, per questo Hitler li ha sterminati, il ghetto era pieno di questi personaggi”
“ Dalla Besso, ho comprato un regalo per mia moglie, aveva prezzi giusti, mi fermavo ad ascoltare le note del suo pianoforte…”
“ Gli ebrei non mi sono simpatici, hanno creato uno stato sionista, occupano terre non loro, caro professor Cattani”
“ Io ero sul Piave, molti di loro hanno combattuto per l’Italia, per ringraziarli Mussolini ha promulgato le leggi razziali, Roberto Besso padre di Clara, scampato alla guerra, poi morto nel Lager di Aushwiz, con la moglie Franca Geller.”
“Odio il Sionismo, questo stato d’Israele, io ho combattuto in montagna con il nome di battaglia di Lupo, Rosoli Franco ha subito le angherie del fascismo. Lupo le ha sconfitte, lottando per il popolo contro il potere fascista borghese, dove è arrivata l’armata rossa le ricchezze sono in mano al popolo, ai padroni sfruttatori capitalisti come negli USA comandano le lobby, anche quella ebraica è stata una liberazione incompleta” replicò lo smilzo
“ Bravo bel comizio” obiettò ironico il professore “ Ti senti meglio ?”
“ Si ci voleva” rispose l’altro sorridendo “ Giulia quanto ti devo?”
“ Il caffè e l’amaro” rispose la donna.
Posò una banconota sul bancone, la donna gli allungò il resto in monete. L’uomo le ripose nello scomparto del portafoglio, sotto gli occhi di Piazzesi che stava finendo il caffè, dal portafogli, comparve una tessera di plastica, con l’immagine di Stalin, il logo falce Martello e la scritta C.C.C.P. il tondo con sotto il nome Lenin era vuoto.
Giunse davanti al negozio, infilò la chiave nella serratura aprì. Sul pavimento ancora lo schizzo del cadavere. Il cavallo a dondolo, il pianoforte erano al loro posto, il tabernacolo vuoto. Per un attimo la figura sfumata della Besso gli apparve poi, assieme ad un altra persona, si conoscono, di colpo le mani della persona di spalle, afferrano la Besso alla gola, si difende, le getta contro tutto quello che trova, l’assassino afferra un oggetto la colpisce al volto ripetutamente, cade a terra accanto al pianoforte, l’assassino infierisce sul corpo esanime il sangue schizza sulla moquette, i piccoli pezzi dell’oggetto si spargono sul pavimento. L’omicida si mette a frugare ovunque, tradendo un grossa fretta, nei cassetti del banco, sul pianoforte, sul tavolo da lavoro, armeggia sul cavallo a dondolo, finito il tutto riattiva l’allarme, s’avvicina alla finestra scomparendo.
Piazzesi, notò sul banco un piccolo porta buste, su tutte, una lunga rettangolare, la aprì , estrasse un foglio, vi era disegnata una successione di note in pentagramma. Nella parte alta campeggia il titolo Claraell.
Sul retro il ritratto di Robert Schumann. Si mise in tasca la busta, il pavimento brillava di scaglie di alabastro, fino alla base del cavallo a dondolo, Piazzesi si avvicinò all’oggetto, facendolo dondolare, toccò il dorso, passò la mano sul panno della sella, spostandolo, individuò un apertura a riquadro sigillata da piccoli pezzi di stucco trasparente, premuto con forza. Alzò lo sguardo nell’angolo opposto c’era il tavolo da lavoro, con una grossa lampada, altri oggetti in cristallo su di esso, accanto un kit: cacciavite, spatole, uncini, martelletti, coltelli da gesso e cera, sul bordo un grosso contenitore cilindrico, tolse il coperchio, era lo stesso stucco trasparente, presente sullo schienale del cavallo a dondolo, tornò verso di esso, con un piccola spinta lo fece oscillare notando un ondeggiare anomalo, si chinò, sotto la zampa anteriore destra, scorse un piccolo cerchio, lo raccolse, sorrise.

Piazzesi scrutò oltre il vetro sull’anticamera del suo ufficio. Linda Buzzi era una ragazza dai capelli neri, occhi azzurri ricordava i tratti della madre, frequentava al primo anno di liceo classico, dimostrava una maturità superiore alla sua età. Accompagnata dai nonni paterni, Buzzi Ermanno, capelli bianchi, volto solcato da un paio di occhiali quadrati, nel suo doppio petto grigio, la moglie Giatti Alda, abito in blu, capellino nero, capelli biondi e grigi che uscivano sulle spalle, trucco accennato, guanti azzurri che le arrivavano fino al polso.
I tre si accomodarono di fronte a Piazzesi.
“ Buongiorno, capisco il vostro dolore.”
“ Grazie della comprensione, faccia pure” rispose Buzzi Ermanno
“ Quando avete visto la signora Clara ultimamente?”
“ Una settimana fa, le ho fatto visita in negozio per accordarci per la Pasqua tutti assieme, nonostante fosse di religione Ebraica, ci trovavano anche nelle ricorrenze cristiane, da quando nostro figlio è morto”
“ Clara era sempre disponibile” intervenne la signora
“ Non avevate notato nulla di strano negli ultimi tempi?”
“ No” affermò Buzzi “ ci parlò del tentativo di furto, con quello che aveva passato, un ladruncolo non le faceva paura”
“ Signorina Linda, vi siete sentiti con sua madre? Quali erano vostri rapporti?” notò nello sguardo della ragazza un velo di tristezza.
“Mamma mi veniva a trovare a Bassano una volta al mese”
“ Parlava delle sua passione per la musica?”
“ Prima della guerra aveva frequentato il conservatorio a Venezia, ha tenuto anche qualche concerto, poi le leggi razziali, la guerra, la deportazione . La musica non l’ ha mai abbandonata” rispose il Buzzi
“ Dava anche Lezioni?”
“ Si” intervenne la signora “un modo per lei, di integrare i ricavi del negozio, si faceva aiutare da un certo Mortari, le aveva promesso di incidere un disco delle sue interpretazioni di Schuman”
“ Lei sig. Buzzi di cosa si occupa?”
“ Ho una laurea in Economia, ho fatto la prima guerra da ufficiale di fanteria in un battaglione di Arditi, ero troppo vecchio per la seconda, sono sopravvissuto alla ritirata di Caporetto, a fine conflitto mi sono sposato, abbiamo avuto un solo figlio Franco, il padre di Linda, laureatosi in giurisprudenza allo scoppio della guerra, da ufficiale è stato in Albania e Grecia, le conseguenze del clima di quelle zone gli provocò un tumore alle ossa, morì nel 1948, dopo che nel dicembre 45′ ha sposato Clara, è nata Linda. Sembra quasi una beffa”
“ Suo figlio e Clara si conoscevano prima della guerra?”
“ Si” ribatte la signora “conoscenze da studenti, Clara faceva parte della cerchia di amicizie di nostro figlio, poi partì per il fronte, nelle sue lettere mi parlava di Clara, con lei aveva una fitta corrispondenza, dopo la guerra, fu una storia d’amore concretizzata in poco tempo”
“Seppe delle Deportazione di Clara Besso?”
“ Si trovava a Bari quando arrivò la disfatta, si aggregò all’esercito di Badoglio” rispose Ermanno “ non abbiamo avuto più contatti, fino al suo ritorno, solo allora lo seppe…poi Clara tornò e si sposarono ”
“ Scusate se ve lo chiedo, avete aderito al Partito Fascista?”
“ Io mai” replicò Ermanno “ nonostante le lusinghe, con il mio passato di Ardito, sono un ammiratore di D’Annuzio, trovavo il tutto ridicolo”
“ Lei signora Alda?”
“ Non ha mai avuto la tessera anche se lavoravo la Comune”
“ Oggi Lavora ?”
“ No, ho un diploma di Maturità commerciale. Prima della Guerra ho lavorato all’archivio quando c’era il Podestà Gaetano Spiller a Mantova, ho lavorato un anno con il primo sindaco.” si sfregò,le mani coperte dai guanti azzurri di velluto.
“ Cosa sa delle deportazioni del 1944?”
“ Poco o nulla, avevamo altro da pensare” concluse la signora
Piazzesi si rivolse alla ragazza.
“ Sua madre signorina Linda le ha insegnato il pianoforte?”
“ Solo i rudimenti saltuariamente”
“ Di suo padre cosa le raccontava?”
“ Poco. Solo vaghi racconti” un velo di tristezza attraversò il volto
“ Ultima domanda di rito, dove avete passato la serata di sabato?”
“ Io sono uscita con l’auto di mio marito” rispose la signora “ avevo un’ appuntamento fuori Mantova, al sabato ci troviamo a casa di una amica per una partita a canasta, una delle poche cose che mi concedo”
“ Sono rimasto a casa” replicò il marito “ le serate di canasta di mia moglie mi annoiano a morte, ho guardato un poco di televisione, da poco ne abbiamo una in salotto, ho atteso il ritorno di Alda”
“ Signori vi ringrazio per la disponibilità”
“ Sig. Capitano quando potremo sapere per i funerali?”
“ Il giudice ha bloccato la tumulazione, la signora per ora e all’obitorio , sto aspettando il via libera, vi chiedo di restare a disposizione”.
Piazzesi restò solo pensò “ Ma la signora i guanti non se li toglie mai
La convocazione del pianista Mortari amico di Clara Besso, era per il giorno dopo. Piazzesi usci della caserma alle 17,30. Si fermò davanti ad un negozio di dischi,c’era un 33 Giri, il nome di R.Schumann in bella vista sulla copertina, un quadro ottocentesco, un foyer di un teatro, gente seduta in felice conversazione, sullo sfondo la galleria dei palchi. Lesse il titolo Toccate di pianoforte, Toccata in C opera 9. Sarebbe stata una serata di musica diversa, non il solito Jazz, o la chitarra di Ricthie Valens. Tornò al suo alloggio con sotto braccio il vinile e un libro preso alla biblioteca sui crittogrammi musicali.
Lasciò correre la puntina sul solco, la musica si librò nella stanza, si sedette in poltrona, iniziando a sfogliare il libro sui Crittogrammi musicali. Iniziò a leggere accompagnato dalle note del pianoforte che uscivano dalla cassa del giradischi,…Un crittogramma musicale è una sequenza di note che codifica un contenuto extra-musicale, tipicamente un testo, tramite una qualche relazione logica, spesso data dai nomi delle note. Artificio usato da diversi compositori per inserire il proprio nome o la propria sigla nelle composizioni. La tecnica è divenuta possibile con la nascita della notazione musicale e la nomenclatura delle note intorno al IX secolo, di questa tecnica ci sono tracce prima del Barocco, La pratica è divenuta comune dalla metà del XIX secolo…. Tra i romantici si segnala in particolare Robert Schumann, uno dei più grandi e prolifici fra i musicisti dediti a simili ‘giochi crittografici’ che tra l’altro scrisse una melodia a partire dal nome di sua moglie Clara, trasformando le lettere che lo compongono nella sequenza musicale C BAG A (DO diesis, Si bemolle, La, Sol diesis, La). Per ottenere tale sequenza, il compositore tedesco utilizzò per le lettere C e A le corrispondenti note individuate da quelle stesse lettere nella notazione tedesca (C=Do e A=La). Alle lettere L e R, assegnò le note B e G , perché avevano un senso melodico rispetto alle altre. Alzo gli occhi dal libro, cullato dalla musica di Shuman. Clara Besso aveva un segreto nascosto che conosceva solo lei e l’assassino. Il ladro, la Besso l’aveva messo in fuga, non era il suo carnefice di quel sabato. L’omicida aveva altri scopi, gettando all’aria tutto il negozio, non trovando quello che cercava. Nella mente di Piazzesi si delineo la figura del Killer, una persona abile astuta, intelligente, crudele e vendicativa, con i nervi d’ acciaio, che si sentiva in pericolo, aveva paura di essere rovinata dalla Besso, per la sua vita passata, ora grazie alla Besso rischiava di venire fuori. Un folle in apparenza normale, con la mania aberrante di togliere dalla sua strada le persone che sono un ostacolo, la Besso lo era. Nei campi di concentramento nazisti, per molti internati, la musica era una forma di comunicazione, gli aguzzini avevano messo in piedi piccole orchestre di deportati, colonna sonora della morte, per la Besso fu la salvezza e il suo ritorno a Sabbioneta, per incontrare anni dopo il suo carnefice, con il quale aveva un conto in sospeso. Su quel pensiero la puntina del giradischi si alzò dal solco ponendo fine al brano di Schuman.

Martedì 24 Marzo 1959
Aldo Mortari era un tipo sui quaranta anni, di bell’aspetto, capelli scuri pizzetto attorno al mento ben curato, indossava un lungo impermeabile blu scuro, su maglione nero a collo alto che gli copriva la gola.
“ Buongiorno sig Mortari, saprà il motivo di questa convocazione”
“ Si.” abbassò lo sguardo “ la morte violenta di Clara mi ha sconvolto”
“ In che tipo di rapporti era con la vittima?”
“ Amichevoli, la musica era l’interesse che ci univa, non altro”
“ Lei è sposato?”
“ Si, mia moglie Sofia, sa di questo mio rapporto.”
“ Sua moglie conosceva la Besso?”
“Un anno fa la conobbe nel negozio di Clara, lo voleva vedere.”
“ Il sabato dell’omicidio lei dov’era?”
“ Ho trascorso quel pomeriggio a casa di un amico, Arturo Rovani, aveva acquistato un pianoforte, abita in piazza S.Leonardo , poi la sera con la mia famiglia a casa davanti televisione”
“ Vi siete sentiti con la signora Besso al telefono quel sabato?”
“No, ci siamo lasciati il giovedì, dopo aver suonato assieme.”
“ Siete andati a teatro spesso, e ai concerti?”
“ Si più di una volta”
“ Sig Mortari lei è concertista?”
“ Si anche compositore, ho inciso un paio di dischi con delle mie sonate di pianoforte, ho fatto qualche concerto, lavoro all’archivio della biblioteca Teresiana, do lezioni private di pianoforte, Sofia è impiegata alla poste, abbiamo un figlio di undici anni .”
“ In guerra, dove ha svolto il servizio militare?”
“ In Grecia, divisione Acqui a Cefalonia, sono stato rimpatriato ad Ancona nel marzo 1943, prima della disfatta, un colpo di fortuna.”
“ Suonavate insieme in negozio R. Schuman ?”
“ Si, Clara aveva una debole per questo autore”
“ Cosa mi dice dei crittogrammi musicali?”
“ Ne ho sentito parlare, ne so poco”
“ Clara non le parlò mai della sua deportazione?”
“ Era troppo sconvolta per lunghi racconti.”
“ Dovevate incidere un disco di vostre esibizioni?”
“ Alla Ricordi, avevamo una possibilità, ora tutto è tramontato”
“ Grazie per ora è tutto sig. Mortari si tenga a disposizione”

Mercoledì 25 Marzo 1959
Era la mattina del funerale di Clara Besso, la bara sigillata nonostante la tradizione ebraica non lo permettesse, fu trasportata alla sinagoga di Sabbioneta. I pochi convenuti gremivano il tempio: la figlia Lidia i suoceri Buzzi, defilato Mortari, l’amica Ada Martini, qualche negoziante del centro, seduti nei banchi ai lati della bara, in fondo accanto all’entrata in piedi stava il professore Cattani, vestito completamente in nero, un paio di occhiali scuri. sul volto solcato dalle rughe. Sullo sfondo tra le due colonne , l’armadio sacro contenitore dei rotoli della legge, di fronte alla Bimàh (leggio in legno), con una scritta dorata in caratteri ebraici. Il Rabbino venuto da Milano, conoscente della famiglia Besso iniziò a recitare il Salmo. Piazzesi alzò gli occhi verso la volta, dava l’impressione di un telo gonfiato dal vento, vi rimbalzava la preghiera del religioso. A rito concluso, il feretro fu traslato sull’auto funebre, alla volta del cimitero di Ebraico Mantova, per la tumulazione, quello di Sabbioneta era chiuso da prima della guerra.
“ Scusi se sono indiscreto” Ermanno si rivolse a Piazzesi
“ Ci sono novità nell’inchiesta?”
“ Nulla purtroppo”
“ Ora ci resta solo Linda” ribatte la moglie Alda
“ Ne avremo cura” rispose il marito
“ Non ne ho dubbi, vi rifaccio di nuovo le mie condoglianze”
“ Grazie” Li segui con lo sguardo allontanarsi. Si girò e vide la sagoma di una persona uscire dal tempio Cattani.
“ Professor Cattani?”
“ Con chi ho il piacere di parlare”
“ Capitano Giulio Piazzesi” estrasse il tesserino “ Avrei da farle qualche domanda sulla morte di Clara Besso”
“ E se non volessi rispondere” un ghigno gli attraversò il viso
“ Se vuole essere convocato in caserma faccia pure”
“ Va bene.”
“ Andiamo al Bar del vicolo.”
Il fumo usciva dalla tazze di caffè, sul tavolo con la tovaglia a quadretti azzurri e bianchi. Piazzesi posò il cappello con la fiamma
“ Allora professore lei conosceva la famiglia Besso da tempo?”
“ Si da quando nel 1918 acquistarono il negozio, dai proprietari precedenti, appena finita la grande guerra, il ghetto di Sabbioneta, era popolato e vivo, la Sinagoga frequentata, feci amicizia con Giorgio Besso e la moglie, lui era stato al fronte, nel mio stesso corpo d’armata”
“ Era in buoni rapporti anche con Clara?”
“ Certo ci siamo visti fino a pochi giorni fa, ho acquistato un regalo per mi moglie una statuetta di cristallo, dei cavalli in corsa ”
“Aveva oggetti di valore ?”
“ Si come la Menorah in alabastro, in un tabernacolo chiuso accanto al pianoforte, aveva una epigrafe in ebraico, ricordo l’avevo scritta, poi tradotta, è una mia deformazione da quando insegnavo” estrasse un foglietto lo mostrò a Piazzesi…
Farai una Menorah d’oro puro, il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci, i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.” (Esodo 25,31)
“ M parli della vita dei Besso prima della guerra?”
“ Erano ben voluti da tutti”
“ Clara ha conosciuto Franco Buzzi in quel periodo ?”
“ Si da quando Clara iniziò il ginnasio a Mantova, ci siamo incontrati più di una volta, insegnavo letteratura e storia in una sezione del classico, poi dopo la maturità si iscrisse al conservatorio a Venezia per studiare pianoforte, strumento che suonava fin da piccola, Franco Buzzi un ragazzo gentilissimo, erano una coppia felice, poi arrivarono le leggi razziali del 1938 , la loro storia si faceva difficile… Giorgio mi disse che i ragazzi si volevano sposare, poi la guerra, si sono sposati dopo, Giorgio e la moglie erano morti ad Auschwitz”
“ Chi ha segnalato, la famiglia Besso alle autorità tedesche ?”
“ In paese nessuno, i fascisti locali, dopo il 25 luglio si arruolarono nella RSI finendo al fronte, nell’Aprile 1944, irruppero i camion delle SS in paese portandosi via la Famiglia Besso, gli unici a non fuggire dal ghetto.” Sorseggiò il Caffè.
“ Del Suo amico Rosoli ?”
“ Un buon diavolo le spara grosse, sfilò da balilla, evitò il fronte, fini nelle retrovie, un partigiano dell’ultimo anno, avrà sparato qualche colpo negli ultimi giorni, rischiando di fare del male a lui o ai compagni comunisti partigiani, i suoi discorsi solo luoghi comuni.”

Venerdì 27 Marzo 1959 ( Venerdì di Passione)
Linda Buzzi, quel pomeriggio si recò da sola, alla chiesa di S. Andrea. Nella basilica era tutto pronto per la processione del venerdì. Indossava la divisa del collegio, si sedette nell’ultimo banco in fondo, lei non aveva abbracciato la religione della madre. Apparvero alle sue spalle Piazzesi e Gianoli entrambi in divisa. Si avvicinarono al banco.
“ Signorina Lidia Buzzi sono il capitano Piazzesi, mi conosce, devo farle qualche domanda su sua madre”
“ Ho già detto tutto in caserma.”
“ Non tutto. Capisco il suo dolore la sua ritrosia ”
“ Vado a chiamare i miei nonni”
“ Se non le dispiace vorrei parlarle da sola”
“ Se mi rifiutassi ”
“ Può farlo, siamo vicino a scoprire l’assassino di sua madre, quella persona la conosceva, non è il ladro che ha messo in fuga. L’assassino cercava qualcosa nel negozio, una prova, abbiamo a che fare con un individuo spietato e violento, si muove nel terrore di essere scoperto, ha rubato il Menorah. Uccise sua madre per impedirle di parlare.”
“ Va bene cosa vuol sapere?”
“ Sua madre aveva sospetti su chi segnalato la sua famiglia alle SS ?”
“ Mia madre mi raccontò che nell’autunno del 1943, le deportazioni si intensificarono, lei e i nonni furono vittima di una spia, a Sabbioneta erano rimasti solo loro, si sentivano in qualche modo sicuri, i rastrellamenti si svolgevano nelle città, nell’aprile 1944, un camion delle SS irruppero in paese, nella sorpresa generale, li prelevarono, conducendoli a Mantova vennero caricati sul treno che portava gli ebrei in Germania, mia Madre, invece di finire ad Auschwitz, fu indirizzata a Dachau, da pianista, le fecero suonare un pianola nel lager e il pianoforte nei ricevimenti e cene delle SS. Ho scoperto un giorno durante le vacanze estive, in negozio copie fotostatiche di nomi elenchi, appunti sulla deportazione di ebrei a Mantova, e dei loro aguzzini. ”
“ Grazie signorina Buzzi. Buona Pasqua”
“ Grazie anche a lei” tornò a sedersi.

Sabato 28 Marzo 1959

La sera era fresca e piovosa. Il ghetto era deserto, erano le dieci, Piazzesi doveva solo attendere, la notizia della chiusura dell’inchiesta sul delitto Besso con un nulla di fatto, era apparsa in prima pagina. Il negozio sprofondava nel silenzio, il rumore della chiave girò nella serratura dell’entrata aprendo la porta, una figura oltrepassò la soglia, accese un torcia mettendosi a frugare tra gli oggetti.
“ Bene basta così” la stanza fu illuminata dalla lampada del soffitto
“ Signora Alda Giatti è questa che cerca?”Piazzesi alzò la busta trovata nel primo sopra luogo. La donna restò irrigidita
“ Passata la tempesta, l’articolo sui giornali, dell’archiviazione, come parenti più prossimi in mancanza di testamento, il negozio è della famiglia Buzzi, oggi suo marito ha firmato dal giudice, ritirando le chiavi, questo le ha dato la certezza di poter ritornare sul luogo del delitto a cercare meglio, le prove, che la fretta non le ha fatto trovare quella sera, per eliminare ogni indizio e l’arma del delitto che lei ha nascosto qua. Lei nel 1944 aveva segnalato, la famiglia Besso alle SS, unici ebrei rimasti a Sabbioneta, nelle lettere suo figlio, le ripeteva che al ritorno desiderava sposare Clara Besso. Signora Alda, non voleva che suo figlio sposasse un Ebrea, la odiava, fin dal 1938 dalle leggi razziali, Alda Giatti non era una semplice impiegata presso il Comune di Mantova, ma agente dell’Ovra, quando i tedeschi chiesero la lista degli ebrei a Mantova e dintorni, colse l’occasione al volo per liberarsi della famiglia Besso. Clara sopravvisse, tornò, voleva scoprire chi aveva denunciato la sua famiglia, dopo anni era arrivata a lei, stava per rivelare il tutto, un reato che non rientra nell’amnistia del 1946.”
La donna lasciò trasparire un velo di odio “ Tutte le volte che ci incontravamo, mi parlava delle sue ricerche, vivevo nel terrore, quel ladro, mi ha dato l’idea, tutto sarebbe finito come in un furto andato male.”
“ Si signora quel sabato alle nove di sera, è venuta con la sua auto da Mantova. Qualche giorno prima, chiese a Clara Besso se poteva passare per il negozio il sabato dopo la chiusura, con il pretesto di acquistare un oggetto. Alla sua proposta di comprare il suo silenzio, far sparire le prove. Clara rispose con un rifiuto, è scoppiata una colluttazione, lei ha afferrato dal tabernacolo aperto il Menorah in alabastro, l’ha colpita al capo uccidendola infierendo, poi ha messo tutto sotto sopra, cercando la busta con le prove che non ha trovato. Simulò allora un furto, sicura che sarebbe tornata in secondo tempo a cercare quello le prove che la incrimineranno, non tralasciò l’allarme era disinserito,Clara l’attivava dopo la chiusura, l’ha reinserito, per questo non scattò. Doveva liberarsi dell’arma del delitto il Menorah non in quel momento, lo nascose. Uscì dalla finestra simulando la fuga di un ladro . Tornò all’auto, si è cambiata, rientrata a Mantova, in tempo la canasta ”
“ Avrei ucciso Clara con il candelabro di alabastro, non c’è.”
“ Si non poteva portarsi con se l’ingombrante arma, l’ ha lasciata qua ripeto, stasera è venuta a recuperare la busta con il crittogramma musicale criptato, dove Clara fa il suo nome con il il numero della sua tessera dell’OVRA Zona 1 Tessera n 125, agiva sotto copertura fino al 1944, tutto questo all’insaputa di suo figlio e suo marito, ora l’arma del delitto.” Piazzesi si avvicinò al cavallo a dondolo, sfioro la parte della sella, aprendo un sportello, infilò la mano dentro la pancia estraendo il Menorah in alabastro maculato di sangue.
“ Eccola l’arma, su di essa oltre al sangue della povera signora Clara, ci sono delle impronte digitali. Quelle decisive alcune in particolare, all’esterno della sella del cavallo a dondolo, incise su pezzi di stucco trasparente, presi da lei, dal tavolo di lavoro, con questo, ha sigillato il portello sulla schiena, una volta fissato il candelabro sulla parete interna. Osservandone l’ondeggiamento, alterandone la frequenza, ho capito che qualcosa all’interno c’era. Inoltre per fissare lo stucco non poteva usare i guanti, che non si è mai tolta durante il nostro incontro in caserma, non avrebbe fatto presa, ci sono impronte digitali, modellate dalla pressione. Altro che le sue non sono ”

Domenica 28 Marzo 1959
Piazzesi correva veloce verso Milano, non c’era traffico quella mattina della Domenica di Pasqua, lo aspettava il pranzo pasquale con i suoi cari. Ripensò alla vicenda Besso, gli ricordava un racconto letto tanto tempo prima, La Lettera Rubata d. A.E. POE, Clara Besso aveva nascosto le prove, sotto gli occhi di tutti, in una busta, con un messaggio scritto di crittogrammi musicali, bastava che l’assassina suocera avesse ragionato. Alda Giatti allo stesso modo aveva nascosto l’arma del delitto sulla scena, in un oggetto sotto gli occhi di tutti, forse entrambe avevano letto il racconto di A.E. POE. Alda Giatti conosceva il negozio di Clara Besso sapeva della pancia cava del cavallo a dondolo, il negozio era un bazar di oggetti vari, ricchi di trucchi e doppi fondi, come aveva scritto Protti nel suo articolo. Peccato per lei, il peso dell’oggetto, fissato nella pancia dell’equino, gli aveva dato quell’ondeggiamento anomalo, lo stucco che non faceva presa, si era dovuta togliere i suoi guanti azzurri (o forse altri ) per fissare l’incollatura, ma anche le sue impronte digitali su di esso. Mettere sotto sorveglianza la famiglia Buzzi era stato un azzardo, sperando che la fretta avrebbe tradito l’assassino, Alda Giatti doveva recuperare le prove all’insaputa di marito e nipote, non poteva rischiare che loro a qualcun altro scoprissero il Menorah insanguinato all’interno del cavallo a dondolo. Sul cruscotto campeggiava il medaglione dell’immagine di Lenin, mancante nel portafogli di Franco Rosoli, cadutogli, nel tentativo di furto, in nome del popolo, contro le lobby sioniste impersonate dalla Besso. La barba finta, gli permise di fuggire senza essere riconosciuto dall’antiquaria pianista. Piazzesi accese la radio nello stridore delle onde medie, un voce femminile “ Trasmettiamo ora di Robert Schuman Clararel…sinfonia dedicata alla moglie Buon Ascolto”

GIALLO FESTIVAL 2024 Enrico Grossi in finale con” Il Collettore” sezione romanzi storici

Suzzara 10/01/2024: Nei primi quattro nella sezione Romanzi storici c’ anche Enrico Grossi. Come è nata l’Idea ?

“ Sono anni che ci lavoro, grazie ad un verbale della pretura di Gonzaga della primavera del 1862, fornitomi dall’archivio della parrocchia di S. Colombano di Riva di Suzzara, riguardo alla morte sospetta di un mugnaio sulla strada che da Riva porta alla chiesa, il cadavere e stato trovato nel canale collettore. Ho costruito tutta la vicenda di un delitto a sfondo politico, un giallo alla S.S.Van Dine uno dei miei autori di genere preferiti. In questa zona d’ Italia ancora sotto l Impero degli Asburgo, terra di confine tra l’impero dell’aquila bifronte e i neonato regno dì Italia, Gonzaga ( il nome della località e datop dal fatto che era residenza di caccia dei signori di Mantova)era sede della pretura, dove si processavano reati di tutti i tipi,  la prigione era nella torre  che si erge sulle piazze del centro, nel rosone è citato una salmo , la sede del  comando austriaco era dove oggi c’e la piazza del municipio adiacente al pozzo delle taglie, a Suzzara al Crocile Tosini , c’era il presidio militare di confine dell’impero, a poca distanza dal forte di Brogo forte , Zentralwerk-Mangnaguti ultimo avamposto imperiale, ad inzio 1862 c’era stata la vista dell’ imperatore Francesco Giuseppe. Arthur Schiller comandante della gendarmeria, di Gonzaga , che alloggia allo Zentelwerk-Noyon , sopravvissuto alle battaglie di MagentaSolferino è a fine servizio assieme al pretore Ponti, conduce le indagini, su questo strano fatto di sangue, nonostante venga frenato dai suoi colleghi e superiori vuole chiudere l’inchiesta. Ne viene fuori tutto il mondo di confine del tempo, con il PO un via d’acqua dove passa di tutto, contrabbando di ogni tipo, armi, merci, spie doppiogiochiste, in un sorta di far west, tra delitti insoluti, oppure risolti con proecessi dalle sentenze approssimative, un contesto che andrebbe approfondito, oltre oceano ne hanno fatto un filone letterario e cinematografico. Schiller inoltre s’ accorge che l’impero che aveva servito a costo della vita, si sta sbriciolando anche dal suo interno ne avrà la certezza con la chiusura del caso.

Dalla Fantascienza al Romanzo Giallo Storico come e stato il salto?

“ Affascinante, ho sempre letto la storia e autori come Ken Follett, sono stato attento a cercare le fonti giuste, spero di essere riuscito a creare un ambiente, una microstoria in un contesto interessante, libri che mi hanno aiutato sono stati: Suzzara Austriaca del prof. Paolo Bianchi, Piccolo Mondo Antico di Fogazzaro . Una provincia di Mantova e la nostra zona le divise bianche dell’Impero, presidiavano un territorio che gli stava sfuggendo, con soldati di tutte le lingue in particolare Ungheresi e Boemi come della poesia di Giuseppe Giusti S. Ambrogio, poi i codici della carboneria, le opere di Manzoni e Verdi che erano linguaggi cifrati di comunicazione…un mondo affascinante”

Cosa speri per la finale del Premio?

“ E la prima volta che sono in finale in un concorso con un romanzo,  in un concorso di ampio respiro, forse vorrà dire qualcosa, poi la vita continua come sempre “

GIALLO FESTIVAL 2024
MIGLIOR ROMANZO STORICO

Finalisti
Pantàsima – Danilo Cicilloni
Trama e ordito – Michele Rocchetta
Casanova e il mistero delle ceneri – Barbara Zolezzi e Aurora Prestini
Il collettore – Enrico Grossi

Sezione B) Romanzi inediti

I romanzi selezionati saranno “nominati” come finalisti nelle varie categorie (miglior romanzo assoluto, miglior protagonista maschile ecc.). Agli autori del miglior romanzo assoluto, secondo e terzo classificato sarà offerto un contratto editoriale per la pubblicazione cartacea. Non è richiesto nessun contributo all’Autore. Agli altri Autori finalisti, nominati nelle varie categorie, sarà proposta la pubblicazione dei romanzi in versione ebook con contratto editoriale, dopo eventuale correzione bozza interna della casa editrice. Non è richiesto nessun contributo all’Autore. Ai vincitori di ogni categoria sarà assegnato un premio in medaglie di cristallo e diplomi

La premiazione per i migliori romanzi Giallo Festival si terrà sabato 16 marzo 2024 alle ore 20,00 nel teatro del Centro sociale Montanari

L’ora Buca l’ascensore per l’inferno nel nosto presente

Il mio noir dell’estate 2023 è L’Ora Buca di Valerio Varesi ( Frassinelli ED.) Letto e divorato in in pochi giorni nonostante le 300 e passa pagine. In questo romanzo Varesi ( Noto come l ‘inventore del commissario Soneri che poi e diventata una serie TV) va esplorare l’universo parallelo e al limite della legalità delle Fake News. Un professore di mezza età, onesta professione come canta Venditti, che nel tempo libero assieme ai colleghi frequenta i club di scambio sesso. Annoiato delle discussioni con i colleghi nell’ore di pausa e cosi dette ore di buca, frustrato dall’insegnamento, dalle sue regole, stanco ad elargire certezze scientifiche, verso ragazzi che di certezze ne hanno pochissime. Cerca qualcosa che gli cambi la vita in meglio e forse lo trova, in un lavoro presso un agenzia che elargisce fantomatici servizi . Firma un contratto con il direttore un certo Tommasoni. A questo punto il professore, che parla in prima persona nella narrazione, si trova in una infernale giostra, dove il livello del suo impegno  s’alza sempre di più. Il primo lavoro è di prendere il posto del marito di un vedova, di nome Gina da consolare tramite telefonate e incontri on line dal vivo. Col passere del tempo sale gerarchia dell’agenzia fino a scoprire lati inquietanti della stessa, di cui non se ne cura. Passa ad altri servizi di livello più alto ,  ad inventarsi false notizie contro altre persone, allo scopo di rovinarne la reputazione. Gli viene chiesto di candidarsi in politica , con un movimento fatto sul momento, creato dalla macchina dei sondaggi, di cui l’agenzia fa parte, accetta preso nel vortice, vince le elezioni e viene eletto primo ministro( il mondo della scuola è un lontano ricordo e Gina quel nome e quell’immagine di donna, di cui si era anche innamorato è solo un servizio finito). Un volta in cima al potere, le cose non vanno come credeva, scende in popolarità le sue certezze crollano . La diabolica macchina del falso ormai non si ferma. Viene rapito da un fantomatica cellula terroristica Islamica, s’accorge nel covo dove viene recluso, che il rapimento è un fake, al solo scopo di far risalire nei sondaggi il movimento, e fare di lui un falso martire, sacrificato al mondo virtuale del falso, allo scopo di mantenere il potere. Ma è troppo tardi, per uscire dalla giostra, nonostante gli avvertimenti anonimi che riceveva , tempo prima, con l’invito di fermarsi. Si arriva al  finale, che però non spoilero. Ma come si dice, l’autore all’ultimo secondo realizza un goal che vale il prezzo del biglietto e premia la costanza del lettore. Nelle ultime pagine appare il vero imperatore di questo diabolico regno l’ agenzia. Ricordate il film Angel Hart ascensore per l’inferno . ( anche questo tratto dall’omonimo romanzo) Magari intanto che leggete l’ORA BUCA andate a rivederlo è sempre un capolavoro, troverete similitudini interessanti.

Valerio Varesi (Torino, 8 agosto 1959) è un giornalista e scrittore italiano, autore di gialli e polizieschi .Nato a Torino da genitori parmensi e successivamente cresciuto nella città emiliana, dopo la laurea in Filosofia all’Università di Bologna, si occupa di giornalismo come corrispondente di vari quotidiani; attualmente lavora nella redazione bolognese di Repubblica. Nel 1998 pubblica il suo primo romanzo, Ultime notizie di una fuga, in cui compare la figura del commissario Soneri, futuro protagonista di altri polizieschi scritti da Varesi, ai quali verrà ispirata la serie di sceneggiati televisivi Nebbie e delitti, in cui il personaggio del commissario buongustaio è stato interpretato dall’attore Luca Barbareschi, anche se l’ambientazione viene spostata a Ferrara.

Riscoprendo il Segno Del Comando romanzo e serie TV

Oggi grazie alla rete e possibile rivedere tutto. Anche il Segno del Comando , serie TV in onda sulla RAI del monopolio nel 1971, al tempo sceneggiato Televisivo a puntate. Oggi le serie sono tante sulle piattaforme, come le Fiction TV sui canali generalisti e no , in questa invasione la qualità non è molta. Anche se c’è basta cercare. Lo sceneggiato diretto da Daniele Danza, ( regista storico della RAI di sceneggiati) il lavoro in banco e nero del tempo, ancora si può vedere. Poi ho scoperto il romanzo di Giuseppe D’Agata, che collaborò alla sceneggiatura televisiva, e scrisse il romanzo nel 1987, con un finale riscritto rispetto a quello televisivo. Ho scoperto il narratore D’ Agata. Il romanzo si legge tutto di un fiato. Anche e l’atmosfera della Roma onirica si rivive nel romanzo. Da leggere e da vedere, il tutto magari prima il romanzo, poi la serie presente su youtube.

Nota finale sulla serie TV del 1971, il fascino onirico e erotico di Carla Gravina che interpreta lo spettro di Lucia la modella del pittore Tagliaferri che si aggira nei quartieri del centro storico della Roma buia e inquietante, resta unico, nonostante il bianco e nero della TV del tempo anzi ne aumenta lo charme.

l Segno del comando è un romanzo del 1987 scritto da Giuseppe D’Agata. Si tratta della rielaborazione della sceneggiatura dell’omonimo sceneggiato trasmesso dalla Rai nel 1971. La prima edizione è Rusconi Libri, poi riedito nel 1994 nei Tascabili Economici da Newton Compton Editori.
Trama
Edward Forster, professore di letteratura inglese di Cambridge alle prese con l’edizione di un diario di Lord Byron da lui scoperto, scritto durante il soggiorno romano del 1817, riceve da un certo Tagliaferri una lettera contenente una fotografia che ritrae una piazza romana descritta nel diario dello scrittore inglese e che lo stesso Forster credeva inesistente. Giunto a Roma, Forster scopre che il mittente della fotografia è un pittore morto da cento anni e che nessuno sa dove si trovi la famosa piazza. Al suo posto Forster incontrerà Lucia, una donna affascinante e sfuggente che lo condurrà in una Roma misteriosa, impregnata di atmosfere surreali e scoprirà che il giorno della sua morte è già stato fissato da almeno due secoli.

Un dialogo con chi mi legge…e non solo

Salve a tutti, non sono molto entusiasta delle presentazioni di libri, anche se vado a quelle degli altri, vedo che il pubblico è poco, e la pandemia ha un penalizzato questi eventi, anche se c'è un certo ritorno di pubblico ai festival letterari di genere…come a Suzzara con NEBBIA GIALLA. il motivo per venire l 11/05/2023 alle 17,30 (orario forse non molto felice) al centro culturale PIAZZALUNGA  a Suzzara in via Zonta a questo evento, è presto detto, vorrei istaurare un dialogo da parte mia con chi mi legge ( non molti oggi, spero di più in futuro,) e chi non mi ha ancora letto, oltre al web e i social. Poi come nello sport nella musica, negli eventi in genere è sempre bello esserci di persona,  senza nulla togliere alla rete e i social che con tutti i limiti e difetti che hanno, meno male che ci sono, vi aspetto…con il conduttore Mauro Pinotti  amico da sempre(entrambi diversamente giovani) con le lettura di brani dell'antologia da parte di Mary Cerabona, che scoprirete e apprezzerete, magari migliorerà la percezione da parte vostra dei  MIEI FANTASTICI RACCONTI

Un aneddoto…uscivo, dalla panetteria in centro di cui sono assiduo cliente da anni,  dopo l'acquisto del Pane Quotidiano(cosa di cui non posso farne a meno) una signora, che non conosco mi ha fermato  dicendomi " ho acquistato l'antologia che ha scritto, l' ho trovata interessante " spero che sia all'evento…e vale la regola per chi scrive…le persone che conosci non valgono ( amici parenti colleghi di lavoro ecc..) tutti gli altro sono lettori…che sia un segnale, vedremo.

Ps nell'evento  si sta preparando un gadget ,  per chi ci sarà…sarò più preciso nei prossimi giorni

A QUIET PLACE e II duo ad alta tensione in attesa del tris

 

E’ stata una Pasqua 2023 dispotica e claustrofobica ad alta tensione. Nella bacheca dei DVD della biblioteca ho trovato Quiet Place due, ho iniziato a dire il vero dal secondo capitolo. Dopo aver visto il secondo che mi ha inchiodato al video, non potevo che vedere il primo altrettanto avvincente. Il tutto mi ha fatto scordare uova di Pasqua e gite di Pasquetta

Sono le vicende della famiglia Abbott, nella profonda provincia USA, fatta di piccole città, tutta campi di mais, fattorie con grandi silos, eliche per il vento, panorami mozzafiato. Sono gli USA della fantascienza degli anni d’oro alla C. Simak . Le due storie si incastrano alla perfezione. La famiglia Abbot lotta per sopravvivere ad un invasione aliena, di creature che ricordano l‘ALIEN di R. Scott . Questi esseri dominano la terra. Non hanno vista ma un un udito altissimo e ipersensibile, in ogni piccolo rumore individuano le loro vittime aggredendole in modo fulmineo e le divorano squartandole con i loro artigli. I Rumori, anche i più  piccoli, sono banditi, gente viene aggredita per un suoneria di un cellulare, oppure all’inizio del primo episodio, un giocattolo, modellino shuttle a batteria acceso dal più piccolo dei figli degli Abbott ne decreta la fine atroce e violenta , sul ponte , mentre precorrono la strada bianca verso casa, si cammina scalzi su strade segnate da una polvere bianca per evitare ogni cigolio che una calzatura può produrre, e la famiglia Abbot sopravvive grazie alla lingua dei segni. Linguaggio che conoscono bene in quanto al figlia maggiore Regan è sordomuta.

Nel primo episodio con la famiglia chiusa nella loro fattoria-fortezza, il primo dialogo tra il padre e il figlio avviene dopo mezz’ora sotto una cascata accanto al fiume che tiene lontano gli alieni. Linguaggio dei segni che gli Abbot conoscono bene per che la loro figlia Regan è sordomuta. Evelyn Abbott sta per partorire nella casa-bunker, assediata dalle creature Aliene. E una partita tra loro e la famiglia che porta al sacrificio del padre, che urlando contro una di queste creature viene fatto a pezzi e permette ai figli di mettersi in salvo. Ora sono tutti riuniti nella casa e Regan , scopre il punto debole delle creature e l’arma che gli serve per rendere inagibile gli alieni, al trasmissione attraverso le alto parlanti di un sibili ad altissima frequenza, come è accaduto , con il virus nel finale della Guerra di Mondi di H.G. Wells.

Nel secondo episodio inizia con un remake ,che spiega l’origine e la  conseguente  invasione aliena, mentre si sta svolgendo una partita di baseball dove uno dei figli degli Abbott e impegnato, con i padre in tribuna morto nel primo episodio, il cielo viene squarciato da strisce rosse. D’un tratto sulle strade della piccola città e di tutto il paese le cerature cieche ma dall’udito finissimo, seguendo ogni tipo di rumore o suono, si aggirano facendo strage di tutti quelli che trovano. Va in scena la fuga della famiglia Abbott, o meglio quello che resta, aggirandosi in una paesaggio desolato, questa volta la partita per la sopravvivenza la famiglia Abbott la gioca in un sito industriale abbandonato, dove riparano nella fuga dalle creature, dove trovano Emmett un amico del padre che ascolta un frequenza radio che viene  forse da un isola dove hanno riparato i sopravvissuti. Lasciata madre e figli nel bunker all’interno dell’impianto industriale , Emmet e Regan vanno alla ricerca dell’isola, in mondo alla fine infestato da bande di superstiti, che non sono meglio, come atrocità degli Alieni, contro una di queste devono lottare in porticciolo dove ci sono barche per raggiungere  l’isola. Emmet si getta in acqua e provoca rumori, attirano le creature e fanno strage, mentre lui e Regna fuggono in barca. Trovano, la famosa isola dove le creature non sono arrivate. Ma non sarà comunque la soluzione di tutto, anche li arrivano le creature  grazie ad una barca  andata alla deriva, e iniziano ad attaccare i coloni. Emmet e Regan scappano in auto, arrivano alla stazione radio da dove veniva il segnale, si rifugiano all’interno dell’edifico. Ora la vicenda si svolge  contemporaneamente in due scenari paralleli, nella stazione radio, dove una creatura sta per infierire su Emmet ferito, un’altra ha scoperto il bunker nell’impianto industriale rifugio del resto della famiglia, riesce ad entrarvi, come nel primo episodio e ancora Regan a usa la sua arma, il segnale ad alta frequenza nella stanza e tramessa fino al bunker via etere, i due alieni vengono inabilitati, quello nella stazione radio muore, l’altro paralizzato dal registratore del fratello Marcus che intercettato la trasmissione viene finito da Evelyn con il revolver. Regan lascia il suo apparecchio acustico collegato al microfono nella stazione, in modo che chiunque  riceva la frequenza la trasformi in un arma. Finale semplice e geniale , lasciando spazio ad un terzo episodio previsto nel 2024.

John Krasinski è attore e regista dei tutte due gli episodi che dal finale del secondo ne prevede forse un terzo. Il film richiama gli Uccelli di Alfred Hitchcock, ad Alien come detto, e anche all’Invasione degli Ultra corpi di D. Siegel e la Guerra di Mondi. Attori bravissimi Millicent Simmonds che è Regan Abbott ragazza sordomuta e la vera protagonista, che si muove in questi scenari con il massimo della disinvoltura, comunica con il lignaggio dei segni (come nella sua vita reale) ma nello stesso modo riesce ad essere diretta e chiara anche con chi questo linguaggio non lo conosce. La regia e la sceneggiatura non hanno pause, ne cadute, anzi l’adrenalina aumenta ad ogni scena, che si traduce in attese ricche di tensione, dove ogni dettaglio è importante , ogni inquadratura e un istantanea di un mondo alla fine, ottima anche Emily Blunt la madre della famiglia Abbot moglie del regista. John Krasinski. 

Penso che sia importante per la comunità dei non udenti avere qualcuno che li rappresenti in questa storia. Una storia che potrebbe ispirare anche altri registi e sceneggiatori a includere più attori e attrici di talento sordi, e ad essere, conseguentemente, più creativi nel modo in cui si usano le persone realmente non udenti nei film. Penso che potrebbe essere una cosa meravigliosa da vedere, non solo attori non udenti, ma anche attori disabili. È stata una strana esperienza. Tutti volevano imparare il linguaggio dei segni sul set ed era così facile comunicare con loro. Avevamo un interprete per la lingua dei segni e un consulente per sordi sul set”.
Millicent Simmonds

Quiet Place

Paese di produzione Stati Uniti d’America
Anno 2018
Durata 90 min
Rapporto 2,39:1
Genere orrore, fantascienza, drammatico, thriller
Regia John Krasinski
Soggetto storia di Scott Beck e Bryan Woods
Sceneggiatura Scott Beck, Bryan Woods, John Krasinski
Produttore Michael Bay, Andrew Form, Bradley Fuller
Produttore esecutivo John Krasinski, Scott Beck, Bryan Woods, Celia D. Costas, Aaron Janus, Allyson Seeger
Casa di produzione Platinum Dunes, Sunday Night Productions
Distribuzione in italiano 20th Century Fox
Fotografia Charlotte Bruus Christensen
Montaggio Christopher Tellefsen
Effetti speciali Mark Hawker, Scott Farrar
Musiche Marco Beltrami
Scenografia Jeffrey Beecroft, Sebastian Schroeder, Heather Loeffler
Costumi Kasia Walicka-Maimone
Trucco Evelyne Noraz

Interpreti e personaggi
Emily Blunt: Evelyn Abbott
John Krasinski: Lee Abbott
Noah Jupe: Marcus Abbott
Millicent Simmonds: Regan Abbott
Cade Woodward: Beau Abbott
Leon Russom: uomo nei boschi
Doris McCarthy: donna nei boschi

 Quiet Place II

Paese di produzione Stati Uniti d’America
Anno 2020
Durata 100 minuti
Rapporto 2,39:1
Genere orrore, fantascienza, drammatico, thriller
Regia John Krasinski
Soggetto Scott Beck, Bryan Woods (personaggi)
Sceneggiatura John Krasinski
Produttore John Krasinski, Michael Bay, Andrew Form, Bradley Fuller
Produttore esecutivo Allyson Seeger
Casa di produzione Platinum Dunes
Distribuzione in italiano Eagle Pictures[1]
Fotografia Polly Morgan
Montaggio Michael P. Shawver
Musiche Marco Beltrami
Scenografia Jess Gonchor

Interpreti e personaggi
Emily Blunt: Evelyn Abbott
Millicent Simmonds: Regan Abbott
Noah Jupe: Marcus Abbott
John Krasinski: Lee Abbott
Cillian Murphy: Emmett
Djimon Hounsou: Uomo sull’isola
Wayne Duvall: Roger

L’immensità della notte…Un felice ritorno al classico del Cinema di Fantascienza

Con questo film che ho visto su Amazon ho ritrovato la fantascienza che mi ha fatto amare il genere. La vicenda si svolge a Cayuga piccola citta anonima nel New Mexico alla fine degli anni 50 del secolo scorso. C’ è una partita di basket di campionato scolastico tra la scuola locale è un altra, in una serata limpida, tutti sono alla partita tranne Evrett e Faye . Evertt è un giovane dj della radio cittadina ( ricorda la spontaneità delle prime radio libere-locali in Italia negli anni 70 oggi ormai perduta) con tanto di occhiali alla Buddy Holly, agilità di linguaggio con aspirazioni di lavoro in un canale nazionale, viene chiamato dalla sua amica Fay, 16 anni occhiali coda di cavallo, operatrice part-time del centralino telefonico locale, gli fa ascoltare un strana interferenza, che ha inciso sul suo nuovo registratore che si porta sempre appresso, e pure lei vuole entrare nel mondo della radio, lettrice di riviste e con il pallino del futuro, memorabile il loro dialogo ad inizio film sul futuro dell’umanità. Convince Evrett ha mandare in onda il tutto e chiede al pubblico di chiamare …qua iniziano le telefonate la prima di un ex militare che ha visto cose strane, zone isolate dove forse sono atterrati gli UFO, seguiti da eventi misteriosi… Qua mi fermo. Il film di A. Patterson è un affresco dell’ America di provincia profonda e rurale del tempo in un mix, tra Incontri ravvicinati del terzo tipo, Talk Radio, Happy Days , American Graffiti, Ai confini della realtà, con qualche tocco alla S. King, il film viaggia leggero e inquietante verso il finale, senza bisogno di scene eclatanti di effetti speciali, nella notte di questa cittadina di provincia profonda USA negli anni 50 aleggia la paura d’invasione aliena, in un mondo diviso in due dalla guerra fredda, le stesse angosce dei film fantascienza del tempo uno su tutti l‘Invasione degli Ultra corpi, Il Film dipanandosi in lunghi piani sequenza in movimento e alternati a inquadrature fisse, qua lo spettatore è attratto dalla storia e dalla bravura degli attori, Jake Horowitz e Sierra McCormick sono bravissimi nei panni di Everett e Faye, e lo stesso vale per Bruce Davis e Gail Cronauer, capaci di sostenere i loro monologhi senza esitazioni, mai prolissi, catturando magneticamente l’attenzione degli spettatori.

E su Amazon Prime è da vedere.
L’immensità della notte è un film di genere drammatico, fantasy, giallo, fantascienza, thriller del 2019, diretto da Andrew Patterson, con Sierra McCormick e Jake Horowitz. Durata 91 minuti.
Genere: Drammatico, Fantasy, Giallo, Fantascienza, Thriller
Anno: 2019 Regia: Andrew Patterson
Attori: Sierra McCormick, Jake Horowitz, Gail Cronauer, Bruce Davis, Cheyenne Barton, Mark Banik, Gregory Peyton, Adam Dietrich, Mallorie Rodak, Mollie Milligan
Paese:USA Durata: 91 min
Sceneggiatura: James Montague, Craig W. Sanger
Fotografia: Miguel Ioann Littin Menz
Montaggio: Andrew Patterson
Musiche:Erick Alexander, Jared Bulmer
Produzione: GED Cinema

Dylan Dog Ma con un Lamento…con il tocco di Barbara

 

Quando vedo la sceneggiatura di Barbara Baraldi in un albo di Dylan Dog, non me lo perdo. E anche questa volta non sono rimasto deluso.  MA CON UN LAMENTO,  l'ho  Letto tutto in un fiato e riletto. Vicenda gotica e onirica, inquietante il giusto, non eccede nello splatter, con un tocco di giallo. Dylan, sulla sempiterna giostra dei suoi incubi  in cui è immerso, torna poliziotto, in un indagine in apparenza normale, ripescando il suo tesserino di Scotland  Yard, accede agli archivi, andando indietro nel tempo viene a capo a tutta una serie di delitti, in una Londra piena di misteri, dove allo scadere della mezzanotte, le persone cadono senza apparente motivo in un animazione sospesa. Non voglio fare troppo spoiler. Tra una tavola e l'altra, il lettore viene trasportato allo straordinario  finale.( qua sta il tocco di Barbara),  Buona Lettura.

Una sola parola ENTROPIA.

Barbara Baraldi sarà a Nebbia Gialla Festival  della letteratura NOIR a Suzzara ( Vedi sotto)

UNITA’ 27 L’anello dell’ Incubo e dell’angoscia

Tempo fa Giorgio Sangiorgi mi invitò a scrivere una breve racconto , per un antologia di racconti concatenati sui nostri ricordi di lettori e sulle angosce nel presente. Sulle nostre angosce, gli autori sono in un cerchio, in ogni racconto narrano la loro permanenza in una prigione  anche mentale da cui cercando di evadere, e ogni racconto è un’unità un piccolo tassello , di questa giostra. Vi invito ad acquistare l’antologia sul sito delle Edizioni  Scudo

Il plot è questo: Tu, non un tuo personaggio, ma proprio tu , apri gli occhi e ti accorgi di non essere più dov’eri un momento fa. Adesso sei dentro una sorta di ambiente foderato, come la stanza di un manicomio. Su una parete vedi un finestrino stretto e guardando fuori scopri che sei nello spazio. Il cubo in cui sei rinchiuso non è solo, ce ne sono tantissimi altri; l’uno connesso all’altro in modo da formare un immenso anello di cui vedi solo una parte. Riesci a vedere i cubi alla destra del tuo e che sono numerati 3, 4, 5 e così via. Allora capisci che sei nel numero 27.Torni a guardare la stanza del cubo e vedi un pannello video. Sul pannello c’è un testo che contiene messaggi di altre persone (vedi allegato). Dopo un po’ riesci a ottenere una tastiera e capisci che non potrai rispondere ai messaggi dei cubi precedenti ma solo inviare un messaggio al cubo successivo. Allora cominci a scrivere e poi invii il messaggio, senza sapere poi cosa avverrà. Potrai solo attendere.

Giorgio Sangiorgi

Intanto ecco il mio breve racconto….ma ci sono anche gli altri e vanno letti.

Unità 27 –Enrico Grossi

Ho sempre sognato di vivere la avventure che leggevo, negli Urania comparati con le mance. Sono in una cella della prigione cubitale nello spazio. Nel film The cube, per riavere libertà, i reclusi dovevano risolvere sadici giochi matematici sui numeri primi. Non ho percepito i sintomi di claustrofobia che mi hanno aggredito nella cuccetta su un treno Malaga-Barcellona anni fa. In questa cella mi manca una scacchiera. Nella serie The Prisoner, Numero 6 è stato più fortunato, recluso in un villaggio, in apparenza di vita normale, tentava la fuga non sapendo di chi fidarsi. Una palla bianca sorvegliava i confini impedendo le fughe degli “ospiti”. La trottola della mia memoria rotea sulle immagini del passato. Ho vissuto con l’incubo del tempo che passa, la paura di invecchiare, le domande di come sarà il gran finale, il dopo, solo Dante l’ha raccontato, il suo viaggio è stata solo un’invenzione poetica, oppure no? Gli altri cubi, celle nello spazio, assomigliano al cimitero infernale di Farinata degli Uberti, unica anima dannata a uscire dalla tomba, per dialogare con il poeta fiorentino. Nelle altre celle, di questa galera spaziale ci sono persone vive. Cara Unità 28, sto ripensando a quel mio risveglio nel profondo della notte d’estate, i rumori esterni, sono corso alla porta, non trovando il panorama tranquillo della pianura, ne il visitatore dell’ultimo giorno. Forse la porta di questa cella a un certo momento si aprirà. Troveranno un corpo senza vita, il visitatore dell’ultimo giorno lavora anche in trasferta l’azienda non conosce ferie, ne soste, ne confini. Come nella Gabbia d’Ottone di Delany in questa cella-cubo ho trovato una criticità. Ho percepito qualcosa accanto allo schermo, un’incrinatura, premendo, la parete non è cosi rigida, le scarpe di questa divisa grigia, con uno strano logo sul taschino, hanno rivestimenti metallici sui lati, che ho sfilato, usandoli a mo’ di stiletti si inseriscono nel tramezzo, dando vita a delle fessure che sto allargando, ho tempo come nelle Ali della Libertà. Mi stanno sorvegliando, con un occhio mimetizzato nelle pareti? Possibile. Sono pronto a tutto. Oltre il muro, l’ignoto di una morte veloce, meglio di una lenta, ad aspettare lo scorrere di un destino indefinito

 

Autunno :Chi è vero Alieno?

Cari lettori e non solo

L’idea di questo racconto Autunno Alieno, mi è venuta ascoltando una vecchio pezzo di disco-music Don’t let me go, Don’t cry to night e riguardando un episodio di Twilight Zone ( Ai confini della realtà).  La bellissima serie di Bruce Sterling  usando la fantascienza ( Richard Matheson e altri autori hanno collaborato ) scavava negli incubi del quotidiano del tempo. Oggi dove si è tornati a fare la guerra, tra noi, come nel 1.900. Vale ancora la pena di chiedersi se esistono gli Alieni? Sono tra noi? Non sono arrivati con grandi astronavi in modo roboante, ma per osmosi in in modo silenzioso e avvolgente. Alieno è anche una persona che viene dal futuro è un intruso un estraneo al nostro modo di vivere? Tutte le persone che ci circondano, sono di questo tempo? Oppure di Altre epoche? O di altri Mondi? Sotto l’immagine umana di persona normale dalla vita anonima chi c’è? Inquietante vero? Ho voluto essere inquietante in questo racconto. Ci sono riuscito?  A voi il il giudizio. Ringrazio i redattori della rivista di Cose di Altri Mondi che hanno pubblicato il racconto a Franco Giamblavo un grazie per aver corretto e superato i miei refusi che non riesco correggermi . E’ la terza volta che una rivista mi pubblica, la prima nel 1981, Una Fanzine cartacea, poi la Zona Morta Web -Zine, ora  Cose d’altri Mondi. Quest’ultima è rivista di genere, quello che ho sempre amato, non ha mai smesso di leggere, ancora oggi leggo e rileggo, dagli Urania alle Edizioni Nord alla mitica rivista ROBOT di Vittori Curtoni. la Fantascienza letteratura, anche in Italia inizia ad avere autori di livello è un pubblico consistente.

Sotto il finale del memorabile episodio di Ai Confini della realtà, lo sappiamo che su Marte e Venere non c’è vita intelligente, ma basta sostituire il nome dei pianeti, nelle parole dei due personaggi e il gioco e fatto. Oppure come ho fatto io nel racconto, ma non vado oltre. Buona Lettura e un augurio di Felice Natale e Buon 2023. ( L’anno dopo si spera che sia meglio, il 2022 tra le molte cose nefaste, ci ha portato una Guerra in Europa, e un Mondiale di Calcio in Quatar tra mille scandali, violazioni dei diritti umani in quel paese, di bello c’è stato solo una spettacolare finale. Essere meglio basta poco anche se al peggio non c’è mai fondo ). Per leggere il racconto cliccare sull’immagine sopra, per entrare nella pagine della rivista Cose d’altri Mondi.

Grossi Enrico Dicembre 2022

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